Sorrento, tutto quello che c’è da vedere
In questa pagina troverete tutte le informazioni e i consigli su cosa vedere a Sorrento
Per quanto riguarda le informazioni pratiche come “dove dormire”, “dove mangiare”, “i trasporti”, ecc, vi invito a leggere questa pagina.
Con i suoi 17.000 abitanti, Sorrento è la cittadina più famosa della costiera che prende appunto il suo nome.
Il centro storico arroccato, le scogliere a strapiombo, i profumatissimi limoni, gli alberghi di lusso e la vista sul Golfo di Napoli l’hanno resa località di villeggiatura fin dai tempi antichi. Nel XIX secolo era infatti una tappa obbligata del Grand Tour. Il primo a nutrire interesse per la cittadina fu Lord Byron, il cui esempio indusse molti letterati tra cui Dickens, Goethe e Tolstoy a trascorrere qui del tempo. Questa atmosfera romantica si respira ancora oggi facendo una passeggiata in Piazza Tasso per ammirare gli antichi palazzi che oggi ospitano alberghi.
Sorrento deve la sua duratura popolarità anche al fatto di essere la via d’accesso occidentale alla Costiera Amalfitana. Sorrento è infatti un’ottima base per iniziare l’esplorazione di quest’area famosa nel mondo. Si trova inoltre lungo la linea ferroviaria per Pompei ed è servita da regolari collegamenti in aliscafo sia per Napoli che per Capri.
LA VISITA
Il centro storico è raccolto e tutte le attrattive possono essere raggiunte comodamente a piedi.
L’esplorazione di Sorrento non può che iniziare da Piazza Tasso. In origine, la piazza era chiamata Largo del Castello per la fortezza fatta qui costruire da Ferdinando d’Aragona nel XV secolo. Nel XIX secolo furono demoliti il castello, la cinquecentesca cinta muraria e l’antica Porta del Piano, la piazza assunse il suo aspetto attuale e fu intitolata a Torquato Tasso.
Il celebre poeta e drammaturgo autore de La Gerusalemme liberata, nacque qui nel 1544, per trasferirsi molto giovane prima a Salerno e poi a Napoli. Tasso tornò a Sorrento solo per un breve periodo 30 anni più tardi, ospite della sorella. Questo bastò però per dedicargli una Piazza, un teatro, un ristorante e numerose atre attività.
Al centro della piazza campeggia la sua statua su un alto piedistallo, mentre la casa natale del poeta oggi è inglobata nel palazzo che ospita un hotel storico: il Tramontano.
Tra gli edifici che circondano la piazza spiccano la casa Correale con un bel cortile maiolicato (lato meridionale), la chiesa di Santa Maria del Carmine con la sua ricca facciata barocca e l’elegante Grand Hotel Vittoria (lato nord), che nel 1921 ha ospitato il famoso Enrico Caruso.
Lungo il lato nord, una terrazza si affaccia su una stretta gola tufacea attraversata da una stradina che conduce alla Marina Piccola.
A fianco a casa Correale sorge Palazzo Veniero: un edificio del XIII secolo del gusto tardo bizantino ed arabo come si nota dalle splendide finestre ad arco contornate da motivi in tufo giallo e grigio che alternandosi creano un artistico motivo intarsiato.
Il Palazzo, lungo Via Pietà, risale al XIV secolo ed è caratterizzato dalle pregevoli bifore archiacute ed da un finestrone centrale ad ogiva corredata da particolari capitelli gotici con motivo di foglie d'acanto. Per finire la Casa quattrocentesca, nell'attiguo vicolo Calantariato, la cui loggia è l'unica testimonianza in penisola dell'influsso dei maestri toscani che furono attivi a Napoli nella seconda metà del quattrocento.
Per quanto riguarda le informazioni pratiche come “dove dormire”, “dove mangiare”, “i trasporti”, ecc, vi invito a leggere questa pagina.
Con i suoi 17.000 abitanti, Sorrento è la cittadina più famosa della costiera che prende appunto il suo nome.
Il centro storico arroccato, le scogliere a strapiombo, i profumatissimi limoni, gli alberghi di lusso e la vista sul Golfo di Napoli l’hanno resa località di villeggiatura fin dai tempi antichi. Nel XIX secolo era infatti una tappa obbligata del Grand Tour. Il primo a nutrire interesse per la cittadina fu Lord Byron, il cui esempio indusse molti letterati tra cui Dickens, Goethe e Tolstoy a trascorrere qui del tempo. Questa atmosfera romantica si respira ancora oggi facendo una passeggiata in Piazza Tasso per ammirare gli antichi palazzi che oggi ospitano alberghi.
Sorrento deve la sua duratura popolarità anche al fatto di essere la via d’accesso occidentale alla Costiera Amalfitana. Sorrento è infatti un’ottima base per iniziare l’esplorazione di quest’area famosa nel mondo. Si trova inoltre lungo la linea ferroviaria per Pompei ed è servita da regolari collegamenti in aliscafo sia per Napoli che per Capri.
LA VISITA
Il centro storico è raccolto e tutte le attrattive possono essere raggiunte comodamente a piedi.
L’esplorazione di Sorrento non può che iniziare da Piazza Tasso. In origine, la piazza era chiamata Largo del Castello per la fortezza fatta qui costruire da Ferdinando d’Aragona nel XV secolo. Nel XIX secolo furono demoliti il castello, la cinquecentesca cinta muraria e l’antica Porta del Piano, la piazza assunse il suo aspetto attuale e fu intitolata a Torquato Tasso.
Il celebre poeta e drammaturgo autore de La Gerusalemme liberata, nacque qui nel 1544, per trasferirsi molto giovane prima a Salerno e poi a Napoli. Tasso tornò a Sorrento solo per un breve periodo 30 anni più tardi, ospite della sorella. Questo bastò però per dedicargli una Piazza, un teatro, un ristorante e numerose atre attività.
Al centro della piazza campeggia la sua statua su un alto piedistallo, mentre la casa natale del poeta oggi è inglobata nel palazzo che ospita un hotel storico: il Tramontano.
Tra gli edifici che circondano la piazza spiccano la casa Correale con un bel cortile maiolicato (lato meridionale), la chiesa di Santa Maria del Carmine con la sua ricca facciata barocca e l’elegante Grand Hotel Vittoria (lato nord), che nel 1921 ha ospitato il famoso Enrico Caruso.
Lungo il lato nord, una terrazza si affaccia su una stretta gola tufacea attraversata da una stradina che conduce alla Marina Piccola.
A fianco a casa Correale sorge Palazzo Veniero: un edificio del XIII secolo del gusto tardo bizantino ed arabo come si nota dalle splendide finestre ad arco contornate da motivi in tufo giallo e grigio che alternandosi creano un artistico motivo intarsiato.
Il Palazzo, lungo Via Pietà, risale al XIV secolo ed è caratterizzato dalle pregevoli bifore archiacute ed da un finestrone centrale ad ogiva corredata da particolari capitelli gotici con motivo di foglie d'acanto. Per finire la Casa quattrocentesca, nell'attiguo vicolo Calantariato, la cui loggia è l'unica testimonianza in penisola dell'influsso dei maestri toscani che furono attivi a Napoli nella seconda metà del quattrocento.
Poco distante da Piazza Tasso troverete il Vallone dei Mulini: una profonda fenditura nella roccia si è formata circa 35.000 anni fa durante la più violenta eruzione della storia dei Campi Flegrei. I successivi processi di erosione ad opera delle acque incisero progressivamente il basamento tufaceo. In passato Sorrento era infatti delimitata da tre gole, delle quali questa è l’unica rimasta.
Il Vallone deve il suo nome alla presenza di alcuni mulini per macinare il grano e altri edifici tra cui una segheria e di un lavatoio pubblico utilizzati fino ai primi del ‘900 quando parte del vallone fu riempito per costruire Piazza Tasso.
Purtroppo oggi si può ammirare solo dall’alto e anche l’aspetto affascinante del luogo invaso dalla vegetazione è stato rovinato da alcuni lavori in corso sul fondo.
Da Piazza Tasso imboccate il vivacissimo Corso Italia che procede da est verso ovest. Questo è stato pedonalizzato di recente ed è animato da un gran numero di negozi, ristoranti e bar.
Corso Italia vi condurrà alla Cattedrale dei Santi Filippo e Giacomo più comunemente chiamata il duomo di Sorrento (sito internet).
Inizierete a scorgere da lontano il rosso campanile a cinque piani. La parte basamentale e i primi tre piani risalgono, con molta probabilità all’XI secolo, la parte superiore con l’orologio in maiolica invece, sono stati realizzati nel Settecento. Avvicinandovi verrete poi colpiti dallo splendido affresco esterno.
Anche il tempio è stato oggetto di vari interventi di restauro da quando fu riedificato nel XV secolo in stile romanico su un antico luogo di culto fino al rifacimento della facciata nel 1924.
L’unico elemento originario è il portale marmoreo laterale (1479) che mostra nell’architrave gli stemmi di Sisto IV, della casa d’Aragona e dell’Arcivescovo De Angelis. L’interno a croce latina e tre navate, è ornato nei soffitti da tele barocche di Oronzo e Nicola Malinconio e di Giacomo del Po, e conserva opere di grande valore. Nella prima cappella a destra, oltre al battistero nel quale fu battezzato Torquato Tasso, si trova un magnifico rilievo marmoreo del Redentore del 1522 incorniciato da dodici formelle trecentesche. Nella navata centrale si possono ammirare il trono arcivescovile e un pulpito impreziosito da una “Madonna col Bambino e i due San Giovanni” di Silvestro Buono entrambi cinquecenteschi. Nel presbiterio, il coro ligneo è un notevole esempio di tarsia sorrentina dei primi del Novecento come anche le stazioni della via crucis. Infine, nella Cappella del Santissimo Sacramento, un pregevole Crocifisso ligneo del ‘400 sovrasta l’altare seicentesco con putti laterali di bottega di Domenico Antonio Vaccaro.
Il Vallone deve il suo nome alla presenza di alcuni mulini per macinare il grano e altri edifici tra cui una segheria e di un lavatoio pubblico utilizzati fino ai primi del ‘900 quando parte del vallone fu riempito per costruire Piazza Tasso.
Purtroppo oggi si può ammirare solo dall’alto e anche l’aspetto affascinante del luogo invaso dalla vegetazione è stato rovinato da alcuni lavori in corso sul fondo.
Da Piazza Tasso imboccate il vivacissimo Corso Italia che procede da est verso ovest. Questo è stato pedonalizzato di recente ed è animato da un gran numero di negozi, ristoranti e bar.
Corso Italia vi condurrà alla Cattedrale dei Santi Filippo e Giacomo più comunemente chiamata il duomo di Sorrento (sito internet).
Inizierete a scorgere da lontano il rosso campanile a cinque piani. La parte basamentale e i primi tre piani risalgono, con molta probabilità all’XI secolo, la parte superiore con l’orologio in maiolica invece, sono stati realizzati nel Settecento. Avvicinandovi verrete poi colpiti dallo splendido affresco esterno.
Anche il tempio è stato oggetto di vari interventi di restauro da quando fu riedificato nel XV secolo in stile romanico su un antico luogo di culto fino al rifacimento della facciata nel 1924.
L’unico elemento originario è il portale marmoreo laterale (1479) che mostra nell’architrave gli stemmi di Sisto IV, della casa d’Aragona e dell’Arcivescovo De Angelis. L’interno a croce latina e tre navate, è ornato nei soffitti da tele barocche di Oronzo e Nicola Malinconio e di Giacomo del Po, e conserva opere di grande valore. Nella prima cappella a destra, oltre al battistero nel quale fu battezzato Torquato Tasso, si trova un magnifico rilievo marmoreo del Redentore del 1522 incorniciato da dodici formelle trecentesche. Nella navata centrale si possono ammirare il trono arcivescovile e un pulpito impreziosito da una “Madonna col Bambino e i due San Giovanni” di Silvestro Buono entrambi cinquecenteschi. Nel presbiterio, il coro ligneo è un notevole esempio di tarsia sorrentina dei primi del Novecento come anche le stazioni della via crucis. Infine, nella Cappella del Santissimo Sacramento, un pregevole Crocifisso ligneo del ‘400 sovrasta l’altare seicentesco con putti laterali di bottega di Domenico Antonio Vaccaro.
Appena usciti dal Duomo svoltate a sinistra in via Antonio Sersale e troverete subito sulla destra Studio d'arte di Marcello Aversa.
Questo artista scopre a circa vent’anni la sua abilità scultorea grazie al contatto quotidiano con la terracotta con cui l’azienda di famiglia produceva laterizi. La sua grande passione per il Presepe Napoletano fa il resto e in pochi anni diventa un artista affermato tanto da creare presepi addirittura per il Papa, oltre che esporre le sue opere in diversi musei del mondo.
Proseguite la vostra passeggiata lungo il Corso Italia e al numero 28 fate una sosta alla bottega artigiana dei Sandali Corcione. Questa bottega nasce a Sorrento nel 1925 dalla passione per le scarpe di qualità e da una lunga tradizione di manifattura e stile tutti italiani. Grazie all'adozione di materiali pregiati e di prima scelta ed all'estrema cura per l'estetica dei modelli, il successo non tarda ad arrivare e ancora oggi questa è una tappa obbligata per una visita a Sorrento.
Questo artista scopre a circa vent’anni la sua abilità scultorea grazie al contatto quotidiano con la terracotta con cui l’azienda di famiglia produceva laterizi. La sua grande passione per il Presepe Napoletano fa il resto e in pochi anni diventa un artista affermato tanto da creare presepi addirittura per il Papa, oltre che esporre le sue opere in diversi musei del mondo.
Proseguite la vostra passeggiata lungo il Corso Italia e al numero 28 fate una sosta alla bottega artigiana dei Sandali Corcione. Questa bottega nasce a Sorrento nel 1925 dalla passione per le scarpe di qualità e da una lunga tradizione di manifattura e stile tutti italiani. Grazie all'adozione di materiali pregiati e di prima scelta ed all'estrema cura per l'estetica dei modelli, il successo non tarda ad arrivare e ancora oggi questa è una tappa obbligata per una visita a Sorrento.
Usciti dalla bottega continuate qualche metro su corso Italia e svoltate a destra su Vico Secondo Fuoro fino ad incrociare via San Nicola.
All’angolo a sinistra (al numero 32 di via San Nicola) c’è un’altra piccola bottega che è #posticino tutto da scoprire. Teodoro Famiani è un intarsiatore tra i migliori di Sorrento. Non aspettatevi una boutique lucida come le altre rinomate e famose, suo laboratorio è il vero nido di un artista dove lui crea bellezze uniche. Persino alcuni programmi televisivi si sono interessati a questo luogo magico e per me è stato un onore potere conoscerlo.
Sorrento è famosa per gli intarsi fin dal XVIII secolo.
L'arte dell'intarsio consiste nel creare disegni e motivi geometrici e complesse decorazioni applicando sulle superfici sottili strati di legno lavorati dalle sapienti mani dell'artigiano che le alterna ad altre lamine di diverso tipo di legno o di altri materiali (come l'avorio, la madre perla, i metalli e le pietre) per creare le sfumature che delineano il disegno.
Leggermente diversa è la tecnica dell'ebanisteria che prevede l'utilizzo del solo legno.
Gli artigiani sorrentini sono maestri in entrambe le lavorazioni e ancora oggi danno vista a manufatti di grande pregio che spaziano dai cofanetti fino ai cassoni nuziali ed ai mobili oltre una vasta gamma di oggetti più piccoli.
L'intarsio del legno e della pietra è una tecnica antica che fece la prima comparsa nei monasteri benedettini nel corso del VI e VII secolo per poi cominciare a diffondersi nel corso del XIV e, ancor di più in epoca rinascimentale. Fu però in epoca ottocentesca che la tarsi sorrentina raggiunse i massimi livelli anche al di fuori dei confini locali. In quel periodo la Costiera era meta di artisti di ogni provenienza che percorrevano il Grand Tour che contribuiva ad aumentare la richiesta di manufatti e a portare nuove influenze e nuove ispirazioni.
Usciti dalla bottega, spolveratevi dalla segatura e se questa visita vi ha appassionato agli intarsi lignei potete visitare il Museo Bottega della Tarsia Lignea, proprio li di fronte, al numero 28 di via San Nicola. Questo museo ospitato in un palazzo settecentesco decorato con pregevoli affreschi raccoglie alcuni splendidi esemplari antichi mobili in legno pregiato, lavorati a intarsio con elaborati motivi ornamentali.
Dopo aver imparato tutti su quest’antica arte, avventuratevi e perdetevi tra i vicoli del centro storico. Questa è l’anima più autentica di Sorrento, cercate di dedicargli un po’ di tempo. Scoprirete scoprire vecchie case con le tipiche imposte verdi, piazzette, chiese, alcuni eleganti edifici d’epoca, negozi di souvenir e di antiquariato, boutique di moda e semplici trattorie:
All’angolo a sinistra (al numero 32 di via San Nicola) c’è un’altra piccola bottega che è #posticino tutto da scoprire. Teodoro Famiani è un intarsiatore tra i migliori di Sorrento. Non aspettatevi una boutique lucida come le altre rinomate e famose, suo laboratorio è il vero nido di un artista dove lui crea bellezze uniche. Persino alcuni programmi televisivi si sono interessati a questo luogo magico e per me è stato un onore potere conoscerlo.
Sorrento è famosa per gli intarsi fin dal XVIII secolo.
L'arte dell'intarsio consiste nel creare disegni e motivi geometrici e complesse decorazioni applicando sulle superfici sottili strati di legno lavorati dalle sapienti mani dell'artigiano che le alterna ad altre lamine di diverso tipo di legno o di altri materiali (come l'avorio, la madre perla, i metalli e le pietre) per creare le sfumature che delineano il disegno.
Leggermente diversa è la tecnica dell'ebanisteria che prevede l'utilizzo del solo legno.
Gli artigiani sorrentini sono maestri in entrambe le lavorazioni e ancora oggi danno vista a manufatti di grande pregio che spaziano dai cofanetti fino ai cassoni nuziali ed ai mobili oltre una vasta gamma di oggetti più piccoli.
L'intarsio del legno e della pietra è una tecnica antica che fece la prima comparsa nei monasteri benedettini nel corso del VI e VII secolo per poi cominciare a diffondersi nel corso del XIV e, ancor di più in epoca rinascimentale. Fu però in epoca ottocentesca che la tarsi sorrentina raggiunse i massimi livelli anche al di fuori dei confini locali. In quel periodo la Costiera era meta di artisti di ogni provenienza che percorrevano il Grand Tour che contribuiva ad aumentare la richiesta di manufatti e a portare nuove influenze e nuove ispirazioni.
Usciti dalla bottega, spolveratevi dalla segatura e se questa visita vi ha appassionato agli intarsi lignei potete visitare il Museo Bottega della Tarsia Lignea, proprio li di fronte, al numero 28 di via San Nicola. Questo museo ospitato in un palazzo settecentesco decorato con pregevoli affreschi raccoglie alcuni splendidi esemplari antichi mobili in legno pregiato, lavorati a intarsio con elaborati motivi ornamentali.
Dopo aver imparato tutti su quest’antica arte, avventuratevi e perdetevi tra i vicoli del centro storico. Questa è l’anima più autentica di Sorrento, cercate di dedicargli un po’ di tempo. Scoprirete scoprire vecchie case con le tipiche imposte verdi, piazzette, chiese, alcuni eleganti edifici d’epoca, negozi di souvenir e di antiquariato, boutique di moda e semplici trattorie:
Via San Cesareo, l’antico decumano della città, vi condurrà fino nella piazzetta detta dello “Schizzariello” dove troverete il Sedil Dominova: l'unico esemplare in Campania degli antichi sedili nobiliari: un tempo punto di ritrovo dei nobili della città e oggi sede della Società di Mutuo Soccorso. I pilastri e le arcate sono in gusto arcaico mentre la cupola è formata da embrici maiolicati di colore giallo e verde. Affacciatevi all'interno per ammirare le decorazioni prospettiche con lo stemma della città di Sorrento sullo sfondo.
Da qui scendente lungo Via Reginaldo Giuliani, vi ritrovate all'ingresso della villa comunale con la chiesa di San Francesco sulla vostra destra.
Il complesso conventuale di San Francesco d’Assisi, formato dalla chiesa e dal monastero, è rinomato soprattutto per il suo tranquillo chiostro. Nel XIV secolo i frati francescani fecero erigere il complesso sul sito dell’antico oratorio fondato da Sant’Antonino anche se la chiesa fu in seguito modificata in stile barocco. L’interno ad unica navata infatti presenta ricche decorazioni in stucco e conserva una statua lignea seicentesca di San Francesco.
Da qui scendente lungo Via Reginaldo Giuliani, vi ritrovate all'ingresso della villa comunale con la chiesa di San Francesco sulla vostra destra.
Il complesso conventuale di San Francesco d’Assisi, formato dalla chiesa e dal monastero, è rinomato soprattutto per il suo tranquillo chiostro. Nel XIV secolo i frati francescani fecero erigere il complesso sul sito dell’antico oratorio fondato da Sant’Antonino anche se la chiesa fu in seguito modificata in stile barocco. L’interno ad unica navata infatti presenta ricche decorazioni in stucco e conserva una statua lignea seicentesca di San Francesco.
Il chiostro ornato da buganvillee presenta un portico arabeggiante con archi sorretti da colonne ottagonali. Fate caso ad un particolare che evidenzia le diverse epoche costruttive del porticato. Due lati del chiostro hanno infatti archi a tutto sesto, mentre altri due lati hanno arci decisamente più moreschi.
Negli ambienti al piano superiore spesso vengono organizzate mostre fotografiche dalla Scuola internazionale di fotografia di Sorrento. La scuola gestisce anche la Galleria Celentano che espone fotografie in bianco e nero di paesaggi e scene di vita locale del fotografo contemporaneo Raffaele Celentano. Anche se non siete particolarmente interessati alla fotografia vi consiglio di entrare ugualmente acquistando il biglietto per la sola terrazza che offre un bellissimo scorcio da dove potete scattare bellissime foto.
Negli ambienti al piano superiore spesso vengono organizzate mostre fotografiche dalla Scuola internazionale di fotografia di Sorrento. La scuola gestisce anche la Galleria Celentano che espone fotografie in bianco e nero di paesaggi e scene di vita locale del fotografo contemporaneo Raffaele Celentano. Anche se non siete particolarmente interessati alla fotografia vi consiglio di entrare ugualmente acquistando il biglietto per la sola terrazza che offre un bellissimo scorcio da dove potete scattare bellissime foto.
A pochi metri dal chiostro sorge la Villa Comunale (8.00-1.00 giugno-agosto, fino alle 24.00 maggio e settembre, orario ridotto nel resto dell’anno) famosa soprattutto per il suo magnifico panorama sul Golfo di Napoli, con il Vesuvio sullo sfondo.
La villa è stata completamente rimaneggiata agli inizi del XVIII secolo e conserva l’architettura di quell’epoca ad eccezione della facciata in marmo bianco risalente al 1926, e della porta intarsiata del Cinquecento.
Dalla villa potete scendere a piedi (o con l'ascensore a pagamento) nella zona del porto con gli stabilimenti, ma vi consiglio di proseguire la passeggiata e lasciare il relax al mare a dopo.
Se siete interessati all’architettura ecclesiastica e volete scoprire un paio di curiosità “religiose” fate una piccola deviazione e percorrete per qualche decina di metri via San Francesco fino a raggiungere la Basilica di Sant'Antonino. Costruita probabilmente intorno all’anno Mille è la chiesa più antica della città anche se dall’esterno non sembra affatto una chiesa. Prima di entrare, sotto il portico vicino al portale d’ingresso, date un’occhiata alla costola di balena appesa in alto. Sembra infatti che Sant'Antonino abbia tratto in salvo un bambino dallo stomaco di un cetaceo.
L’interno a tre navate in stile barocco presenta uno stile più usuale per una chiesa. Oltre a quello riguardante il cetaceo, al Santo patrono di Sorrento e della penisola sono attribuiti altri numerosi miracoli e le sue ossa sono custodite nella cripta del XVIII secolo situata sotto il pavimento della chiesa. È devozione per i fedeli segnarsi con l’olio di cui è unta la lamina d’argento sul retro della statua posta proprio sull’altare all’interno dell’ipogeo, ma in tempi di COVID questa pratica è stata vietata.
La villa è stata completamente rimaneggiata agli inizi del XVIII secolo e conserva l’architettura di quell’epoca ad eccezione della facciata in marmo bianco risalente al 1926, e della porta intarsiata del Cinquecento.
Dalla villa potete scendere a piedi (o con l'ascensore a pagamento) nella zona del porto con gli stabilimenti, ma vi consiglio di proseguire la passeggiata e lasciare il relax al mare a dopo.
Se siete interessati all’architettura ecclesiastica e volete scoprire un paio di curiosità “religiose” fate una piccola deviazione e percorrete per qualche decina di metri via San Francesco fino a raggiungere la Basilica di Sant'Antonino. Costruita probabilmente intorno all’anno Mille è la chiesa più antica della città anche se dall’esterno non sembra affatto una chiesa. Prima di entrare, sotto il portico vicino al portale d’ingresso, date un’occhiata alla costola di balena appesa in alto. Sembra infatti che Sant'Antonino abbia tratto in salvo un bambino dallo stomaco di un cetaceo.
L’interno a tre navate in stile barocco presenta uno stile più usuale per una chiesa. Oltre a quello riguardante il cetaceo, al Santo patrono di Sorrento e della penisola sono attribuiti altri numerosi miracoli e le sue ossa sono custodite nella cripta del XVIII secolo situata sotto il pavimento della chiesa. È devozione per i fedeli segnarsi con l’olio di cui è unta la lamina d’argento sul retro della statua posta proprio sull’altare all’interno dell’ipogeo, ma in tempi di COVID questa pratica è stata vietata.
Tornate sui vostri passi e continuate fino a Piazza della Vittoria: altro punto panoramico dove scattare qualche bella foto.
Continuando sulla strada arriverete ad alcuni gradoni di pietra, scendeteli e attraversate la meglio conservata delle quattro porte della città. Accederete così al borgo marinaio di Marina Grande.
Le imbarcazioni dei pescatori e le case dalle tinte pastello vi catapulteranno nell’atmosfera senza tempo di questo quartiere reso celebre dal film con Vittorio De Sica e Sofia Loren “Pane, Amore, e …” e oggi rinomato per i suoi caratteristici localini e i ristoranti di pesce a conduzione familiare.
Nulla rimane invece, dei cantieri che in passato qui realizzavano i famosi “gozzi sorrentini”, imbarcazioni di legno a remi e a vela, adatte per la pesca.
L’itinerario e la visita della città si conclude qui. Ora vi consiglio di approfittare dei tanti locali sul lungomare per mangiare qualcosa o semplicemente per un drink e poi rilassarvi al sole.
Sui moli è possibile noleggiare ombrelloni e sedie a sdraio, mentre dietro al porto c’è una piccola spiaggetta senza pretese.
Se il posto è troppo affollato potete valutare anche di scendere sotto la scogliera che avete ammirato dalla Villa Comunale e da lì cercare il vostro posticino camminando fino alla Marina Piccola.
A differenza della Marina Grande questo porto è affollato di traghetti e aliscafi che da qui salpano anche alla volta di Capri. Il porto, un tempo era chiamato Marina di Capo Cervo dal nome del promontorio che lo sovrasta.
Continuando sulla strada arriverete ad alcuni gradoni di pietra, scendeteli e attraversate la meglio conservata delle quattro porte della città. Accederete così al borgo marinaio di Marina Grande.
Le imbarcazioni dei pescatori e le case dalle tinte pastello vi catapulteranno nell’atmosfera senza tempo di questo quartiere reso celebre dal film con Vittorio De Sica e Sofia Loren “Pane, Amore, e …” e oggi rinomato per i suoi caratteristici localini e i ristoranti di pesce a conduzione familiare.
Nulla rimane invece, dei cantieri che in passato qui realizzavano i famosi “gozzi sorrentini”, imbarcazioni di legno a remi e a vela, adatte per la pesca.
L’itinerario e la visita della città si conclude qui. Ora vi consiglio di approfittare dei tanti locali sul lungomare per mangiare qualcosa o semplicemente per un drink e poi rilassarvi al sole.
Sui moli è possibile noleggiare ombrelloni e sedie a sdraio, mentre dietro al porto c’è una piccola spiaggetta senza pretese.
Se il posto è troppo affollato potete valutare anche di scendere sotto la scogliera che avete ammirato dalla Villa Comunale e da lì cercare il vostro posticino camminando fino alla Marina Piccola.
A differenza della Marina Grande questo porto è affollato di traghetti e aliscafi che da qui salpano anche alla volta di Capri. Il porto, un tempo era chiamato Marina di Capo Cervo dal nome del promontorio che lo sovrasta.
Museo Correale di Terranova
sito internet
Se siete interessati agli orologi a muro e alle ceramiche non perdete questo museo a est del centro.
Il Museo ha sede in quella che fu la residenza settecentesca (Villa alla Rota) dei Correale, conti di Terranova, donata poi alla città di Sorrento unitamente alle collezioni familiari di arte pittorica e decorativa per farne un museo aperto al pubblico. All’interno è custodita una vasta collezione di opere d’arte e d’artigianato napoletane (tra cui alcuni splendidi intarsi) realizzate tra il XVII e il XIX secolo, numerose ceramiche, orologi e ventagli di provenienza giapponese, cinese ed europea e antichi reperti medievali.
LINK UTILI:
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Se siete interessati agli orologi a muro e alle ceramiche non perdete questo museo a est del centro.
Il Museo ha sede in quella che fu la residenza settecentesca (Villa alla Rota) dei Correale, conti di Terranova, donata poi alla città di Sorrento unitamente alle collezioni familiari di arte pittorica e decorativa per farne un museo aperto al pubblico. All’interno è custodita una vasta collezione di opere d’arte e d’artigianato napoletane (tra cui alcuni splendidi intarsi) realizzate tra il XVII e il XIX secolo, numerose ceramiche, orologi e ventagli di provenienza giapponese, cinese ed europea e antichi reperti medievali.
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